
Iniziamo il 2023, battezzato dall’Unione Europea come l’Anno delle Competenze, con una corposa intervista a due esperti di rilievo nel settore nazionale.
Franco Chiaramonte, esperto di Politiche del Lavoro e Formazione, oltre che Coordinatore del D.B.S.T., e Ruggero Lensi, Direttore Generale di UNI, ci regalano non solo un insight sulla Prassi di Riferimento per il Digital Badge, ma anche una panoramica sulle disposizioni dei decision makers europei e sul ruolo riconosciuto alle micro-credential nella rivoluzione in atto.
UNI, istituzione attiva da più di 100 anni per raccogliere e portare a sintesi il know-how italiano, agisce allo scopo ultimo di consentire il trasferimento di competenze e conoscenze a servizio del paese
Il lavoro realizzato da UNI e dal Digital Badge Stakeholder Table per stabilire una prassi di riferimento per il Digital Badge risponde innanzitutto al bisogno individuale di capitalizzare le proprie esperienza formative e renderle reperibili, leggibili e attendibili da parte di HR e recruiter. Il risultato auspicato è quello di abilitare l’individuo a muoversi all’interno di “ecosistemi di apprendimento in cui le persone hanno modo di interagire con occasioni di apprendimento” riconoscendo nel Digital Badge “lo strumento che rende possibile il riconoscimento e la valorizzazione di queste occasioni.”
Oggetto digitale che corrisponde e risponde perfettamente all’attuale urgenza europea di rappresentare e valorizzare ogni esperienza formativa formale e informale, il Digital Badge vive un momento di svolta. Allo standard tecnologico su cui si basa, e che ne permette la costruzione, gestione e circolazione nel web, se ne affianca uno di tipo qualitativo che avvicina l’oggetto ai servizi per la persona.
L’intervista approfondisce l’importanza di un terreno comune in cui lo scambio di informazioni sia standardizzato, ma anche al valore dei digital badge nel settore delle professioni non regolamentate e tanto altro.